Roma, riqualificazione sostenibile a Villa Glori
Nel cuore del quadrante nord di Roma, tra l’Auditorium Parco della Musica e il MAXXI, il Parco di Villa Glori torna a essere protagonista grazie a un articolato intervento di riqualificazione che coniuga storia, paesaggio e sostenibilità. Il progetto, promosso dal Comune di Roma – Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti – e articolato in due stralci, prevede un investimento complessivo di oltre 3,8 milioni di euro, con l’obiettivo di restituire piena fruibilità e qualità ambientale a uno dei parchi storici più significativi della Capitale.
La prima fase dei lavori, attualmente in via di completamento e finanziata con circa 2 milioni di euro, ha interessato la rete dei percorsi interni, oggi asfaltati ma originariamente realizzati in ghiaia bianca, e le aree verdi, secondo l’impostazione storica del parco.
L’intervento ha l’obiettivo di recuperare e riqualificare l’intero sistema viario del parco, intervenendo anche con opere di de-pavimentazione per favorire l’assorbimento delle acque piovane e migliorare la qualità ambientale dell’area. In questo ambito, è stata ridotta la sezione asfaltata esistente per ripristinare la permeabilità del suolo lungo le fasce laterali e sono state posate nuove pavimentazioni drenanti in calcestruzzo i.idro DRAIN BIANCO di Heidelberg Materials, selezionato per le sue elevate prestazioni in termini di deflusso delle acque meteoriche, durabilità, riflettanza solare e integrazione paesaggistica, con ricadute positive sul microclima del parco.
Avviato a settembre 2025, il secondo stralcio dell’intervento riguarda la rigenerazione del patrimonio arboreo e il potenziamento del sistema vegetale, con la messa a dimora di circa 130 nuovi pini. Il completamento dell’intero progetto è previsto entro la fine dell’anno.
Il luogo: il valore storico e paesaggistico del Parco di Villa Glori
Esteso su circa 28 ettari, il Parco di Villa Glori sorge su un’altura a nord-ovest dei Monti Parioli affacciata sul Tevere, tra l’Acqua Acetosa e il quartiere Flaminio. Si tratta di un “poggio” privilegiato, in cui si stratificano vicende storiche, valori commemorativi, componenti geologiche e botaniche, in un equilibrio tra natura e progetto che conferisce al luogo un’identità unica all’interno del paesaggio romano.
Nato come tenuta agricola di proprietà di Vincenzo Glori, fu teatro di un celebre episodio risorgimentale nel 1867 – la morte di Enrico Cairoli – che segnò profondamente la memoria collettiva e pose le basi per la futura destinazione dell’area a spazio pubblico e commemorativo. Fu quindi trasformato nel 1924 in Parco della Rimembranza, dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale e poi riconsacrato a tutti i caduti romani per la patria, per volontà dell’architetto paesaggista Raffaele De Vico, architetto del Servizio Giardini e figura centrale della cultura paesaggistica italiana del Novecento, che in soli otto mesi, tra il 1923 e il 1924, trasformò l’area agricola in un giardino dalla struttura compositiva chiara ma profondamente integrata al contesto naturale. L’intervento, sovrapposto all’originario assetto ottocentesco, ha conferito al parco una precisa forma compositiva: due assi ortogonali – uno di accesso e uno trasversale – collegano punti panoramici, piazze ellittiche, filari arborei e spazi a valenza commemorativa, come il Piazzale del Mandorlo, dove sorge la grande croce in ferro e il monumento ai fratelli Cairoli.
Il patrimonio vegetale, oggi in parte compromesso, conta circa 3.000 alberi tra pini domestici, lecci e cipressi. L’impianto vegetale – composto anche da querce, ippocastani, ulivi, lauri, aceri e cedri – riflette una precisa volontà formale e simbolica, in cui la vegetazione assume una funzione architettonica, scandendo percorsi, visuali e relazioni spaziali. Villa Glori si caratterizza per una configurazione ibrida, che unisce il rigore geometrico del progetto paesaggistico di De Vico a un’anima più spontanea e naturale, dove vegetazione mediterranea e memoria storica convivono in modo dinamico. Questa duplice identità si riflette anche nella fruizione del parco, che è insieme luogo di raccoglimento e spazio aperto alla socialità, allo sport e alla cultura. Un contesto dal valore stratificato – risorgimentale, paesaggistico, urbano e artistico – che, grazie al nuovo intervento di riqualificazione, torna a esprimere appieno la propria vocazione di spazio pubblico capace di accogliere, rigenerare e connettere la città alla sua storia e al suo paesaggio.
Stato di fatto e criticità: un parco fragile da rigenerare
Prima dell’avvio dei lavori, il Parco di Villa Glori si presentava in condizioni di diffuso degrado, con criticità significative che coinvolgevano sia il sistema vegetale sia quello infrastrutturale.
Il patrimonio arboreo mostrava segni evidenti di sofferenza: i pini domestici (Pinus pinea L.), colpiti dalla Toumeyella parvicornis (“cocciniglia tartaruga”), avevano subito diffuse perdite e deperimenti, con ampie lacune nella copertura. Anche i lecci (Quercus ilex L.), disposti in duplice filare secondo il disegno originario di De Vico, apparivano compromessi a causa della densità eccessiva, della mancanza di potature e del conseguente squilibrio fitostatico, che ne aveva alterato vigore, forma e funzione paesaggistica.
A queste fragilità si aggiungeva il deterioramento delle pavimentazioni. I percorsi, realizzati in asfalto, presentavano superfici disomogenee, impermeabili e visivamente incoerenti con il carattere storico del parco. Un contrasto ancora più evidente alla luce delle foto aeree degli anni Trenta, che documentano con precisione l’assetto originario: un sistema geometrico articolato e leggibile, in cui i camminamenti erano caratterizzati da superfici chiare in ghiaia, materiale scelto all’epoca per le sue qualità estetiche e funzionali.
In questo contesto, il recupero della rete dei percorsi non rappresenta solo un intervento tecnico, ma una vera e propria azione strategica per restituire coerenza al disegno paesaggistico di De Vico, migliorare la fruizione e rigenerare l’identità storica e ambientale del parco.
Le scelte progettuali
“Il progetto di riqualificazione di Villa Glori costituisce un riferimento esemplare dei criteri e delle soluzioni tecniche ai quali abbiamo voluto ancorare e orientare tutti gli interventi di recupero dei parchi e, in particolare, delle ville storiche della capitale. Progetti, dunque, capaci di coniugare il ripristino ‘filologico’ degli assetti originari dell’impianto paesaggistico, vegetazionale e degli elementi ornamentali, riprendendo i disegni di architetti come Raffaele De Vico, con l’adozione di interventi mirati alla sostenibilità ambientale e agli obiettivi di adattamento climatico che l’amministrazione sta perseguendo. Tra questi interventi molto significativi sono quelli che interessano il riassetto della rete dei percorsi all’interno dei parchi utilizzando le tecniche di depaving per ridurre le superfici asfaltate e restituirle alla loro naturalità con l’impiego di materiali drenanti ed ecocompatibili. A Villa Glori questo tipo di soluzioni sono molto particolarmente importanti per il contrasto al fenomeno delle isole di calore e per il ripristino della permeabilità del terreno eliminando così il dilavamento delle superfici e favorendo l’assorbimento delle acque piovane”, dichiara Sabrina Alfonsi, Assessora all’agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale.
La progettazione e direzione lavori per degli Interventi di recupero e riqualificazione del parco di Villa Glori (I stralcio) sono stati affidati allo studio Paesaggi e Paesaggi, con la direzione dell’architetto Maria Cristina Tullio, professionista di riferimento nell’ambito dell’architettura del paesaggio, già presidente dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), attiva tra Roma, le Marche e il Friuli Venezia Giulia, con una lunga esperienza nella progettazione di spazi pubblici, giardini storici e percorsi naturalistici. L’esecuzione dei lavori, invece, è stata assegnata all’impresa P.D.P. (PROFESSIONISTI DEL PAESAGGIO) Srl, società con sede a Roma, specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di piccole e grandi aree verdi pubbliche e private, di impianti sportivi e scavi archeologici e nelle bonifiche forestali e rimboschimenti.
Per rispondere alle criticità riscontrate e scongiurare il rischio di ulteriore declino del parco, il progetto ha posto al centro la sistemazione degli assi ortogonali della memoria e il recupero del più antico percorso di lecci, evocando le condizioni volute da Raffaele De Vico.
“L’intervento si fonda su una strategia articolata in tre direttrici fondamentali - spiega Maria Cristina Tullio. La prima riguarda il ripristino della struttura spaziale originaria pensata da Raffaele De Vico, che concepì Villa Glori come un sistema ordinato di geometrie, prospettive e connessioni tra spazi simbolici. Il progetto ha consentito di recuperare una sequenza di luoghi fortemente connotati — le due piazze ellittiche, la piazza del Mandorlo con la sua memoria risorgimentale, il Roccolo meditativo — e di ricollegarli lungo l’Asse dei Belvederi, ossia l’asse trasversale Ovest Est che unisce i due belvederi affacciati su San Pietro e sul Tevere, oggi nuovamente accessibili e valorizzati. La seconda direttrice si concentra sulla riqualificazione della pavimentazione dell’Asse dei Belvederi.
Sono stati rimossi gli strati di asfalto deteriorato e sostituiti con una pavimentazione più coerente sotto il profilo paesaggistico e ambientale. La scelta è ricaduta su i.idro DRAIN BIANCO, un calcestruzzo drenante consolidato che unisce elevate prestazioni tecniche — in termini di durabilità, accessibilità e gestione delle acque meteoriche — a una finitura visiva capace di richiamare, senza replicarne le criticità, la texture della ghiaia storica. In linea con la Strategia di Adattamento Climatico di Roma Capitale, la nuova pavimentazione garantisce un’elevata capacità drenante e un’alta riflettanza solare, contribuendo in modo concreto alla mitigazione dell’isola di calore e all’evapotraspirazione del suolo”. Anche dal punto di vista estetico, il materiale si integra armoniosamente nel paesaggio: il suo colore chiaro si amalgama nel tempo con aghi di pino, foglie e sedimenti naturali, assicurando uniformità cromatica, durabilità e una significativa riduzione degli oneri manutentivi.
Il terzo ambito d’intervento riguarda l’introduzione di nuove funzioni, con l’obiettivo di coniugare la tutela del patrimonio con un uso contemporaneo e inclusivo dello spazio. “L’intento è restituire a Villa Glori il ruolo di parco urbano accessibile e vivo, non solo di giardino storico. Per questo il progetto prevede l’inserimento di aree gioco, percorsi per l’attività fisica, punti di sosta e belvedere, così da offrire un’esperienza diversificata e adatta a tutte le età. Natura, memoria e vita quotidiana devono potersi intrecciare in modo armonico all’interno di un unico sistema paesaggistico”, precisa Tullio.
Diversi interventi puntuali rafforzeranno la lettura storica del disegno originario e miglioreranno l’esperienza contemporanea di visita, tra cui il restauro conservativo delle fontane e degli apparati murari storici.
Particolare attenzione è riservata al Viale dei Settanta, asse simbolico dedicato ai caduti dello scontro risorgimentale del 1867. “Questo viale, recentemente riasfaltato dal Comune, non è stato sostituito”, spiega l’arch. Tullio, “ma valorizzato con una speciale colorazione per asfalto, a base di polverino di pneumatici riciclati. Una scelta che migliora l’estetica e la riflettanza, rispettando l’intervento già realizzato e il contesto storico”.
Il progetto prevede inoltre il completamento del percorso commemorativo con canalette restaurate, una bordura di rose rosse tappezzanti e settanta lastre incassate, ciascuna dedicata a un protagonista dell’azione garibaldina. È prevista anche la ricollocazione di alcune opere contemporanee, come La Porta del Sole di Giuseppe Uncini, per ristabilire la coerenza visiva con gli assi storici ideati da De Vico.
Un parco più sostenibile, efficiente e resiliente
La sostenibilità del progetto non si limita alla scelta del calcestruzzo drenante per la riqualificazione dei viali, ma attraversa l’intero impianto progettuale, dalla gestione delle risorse alle soluzioni impiantistiche. Numerosi accorgimenti sono stati adottati per ridurre consumi, impatto ambientale e costi di manutenzione, garantendo al contempo qualità estetica, comfort e fruibilità.
“Abbiamo progettato tutti gli impianti seguendo criteri di sostenibilità ambientale e funzionale”, spiega l’arch. Tullio. “L’illuminazione sarà regolata attraverso il sistema della mezzanotte virtuale, per contenere i consumi energetici e limitare l’inquinamento luminoso; l’irrigazione avverrà tramite gocciolamento o sub-irrigazione programmata, alimentata con acqua di riciclo proveniente dalle fontanelle pubbliche; i nuovi prati e impianti arbustivi saranno selezionati anche per favorire l’incremento della biodiversità. Ogni scelta è pensata per offrire un’esperienza di visita piacevole, accessibile a tutti, e ridurre al minimo gli oneri di gestione”.
Nel secondo stralcio dell’intervento, ampio spazio sarà dedicato alla rigenerazione del sistema del verde, con operazioni puntuali di cura e ripristino della struttura vegetale storica, anche in risposta alle emergenze fitosanitarie che hanno colpito il patrimonio arboreo esistente.
Attraverso questo insieme coerente e integrato di azioni, Villa Glori si prepara a ritrovare il proprio ruolo di “Parco della Rimembranza” e, al tempo stesso, a rinnovarsi come spazio urbano vivo, resiliente e profondamente radicato nella contemporaneità.
Il ruolo del calcestruzzo drenante i.idro DRAIN
Elemento qualificante del progetto è la sostituzione delle pavimentazioni in asfalto con calcestruzzo drenante i.idro DRAIN BIANCO di Heidelberg Materials, impiegato su circa 5.000 mq e posato da Deltapav, la società del Gruppo specializzata nella posa di pavimentazioni in calcestruzzo. Grazie alla competenza dei tecnologi della Direzione Tecnologie e Qualità, del team di i.build, business unit dedicata di HM composta da tecnici altamente qualificati, è stato possibile offrire una soluzione completa, studiata su misura per rispondere agli obiettivi funzionali, ambientali e paesaggistici del progetto.
La messa a punto della miscela è stata preceduta da un accurato studio di fattibilità, reso necessario dalla complessità tecnica di un calcestruzzo drenante bianco. “Si è trattato di un lavoro preliminare fondamentale – spiega Riccardo Pasa, Responsabile i.build – che ha permesso di analizzare le criticità legate a questo tipo di materiale e individuare le migliori strategie di produzione e trasporto. La miscela è stata sviluppata insieme al team della Direzione Tecnologie e Qualità di Heidelberg Materials e affinata in costante confronto con i posatori, calibrando la ricetta in funzione delle condizioni reali del cantiere. Ogni componente – cemento, aggregati chiari e additivi – è stato selezionato con attenzione per garantire prestazioni elevate, uniformità cromatica e facilità di posa”.
“Abbiamo utilizzato il cemento bianco ROCCABIANCA 42,5 R, prodotto nel nostro impianto Italcementi di Salerno, combinato con un aggregato calcareo chiaro e additivi specifici di nostra produzione”, aggiunge Marco Sandri, Direttore i.build. “Il tutto è stato miscelato in impianto utilizzando uno specifico premiscelatore, che ha permesso di ottenere una consistenza omogenea e costante, riducendo il margine di errore e facilitando le operazioni in cantiere. L’utilizzo del premescolatore ha rappresentato un elemento determinante per ottenere un prodotto finale che rispondesse alle esigenze richieste”, sottolinea Sandri. “Il materiale è stato preparato in piccoli batch controllati digitalmente, poi trasferito nelle autobetoniere, adibite al trasporto del prodotto in cantiere. In questo modo, abbiamo garantito la precisione del mix design e una qualità costante per tutta la durata della fornitura”.
Anche le condizioni operative sono state gestite con grande attenzione. “Tutti i mezzi sono stati puliti e predisposti appositamente per il trasporto del materiale; il monitoraggio dei tempi di presa e la regolazione dell’umidità del mix sono stati effettuati in tempo reale, con un dialogo costante tra i tecnologi Heidelberg e i posatori. Questo tipo di approccio integrato, che unisce studio preliminare, innovazione tecnologica e affiancamento operativo, rappresenta uno dei punti di forza della nostra struttura”, precisa Pasa.
Dalla scelta della miscela fino alla fornitura e alla posa della pavimentazione operata dai tecnici di Heidelberg Materials e da Roberto Petrucci, responsabile attività territoriale i.build, Zona Centro Italia, ogni fase è stata orientata al raggiungimento degli obiettivi del progetto. “Restituire al parco un aspetto coerente con la sua identità storica, migliorare la fruibilità e l’accessibilità dei percorsi, ridurre gli interventi manutentivi e contribuire alla sostenibilità ambientale complessiva dell’intervento”, dichiara Marco Tavani, Project Manager e Direttore Tecnico di Deltapav.
Il materiale si caratterizza per una combinazione di qualità tecniche ed estetiche che lo rendono particolarmente adatto per la riqualificazione di Villa Glori. “La sua elevata capacità drenante consente di favorire la ricarica delle falde e il deflusso naturale delle acque meteoriche, evitando fenomeni di ristagno e riducendo il rischio di ruscellamento e pozzanghere. Un ulteriore valore è dato dall’alta riflettanza solare, che contribuisce in modo significativo alla mitigazione dell’isola di calore urbana. i.idro DRAIN BIANCO aumenta sensibilmente l'effetto “Albedo”, riducendo la temperatura al suolo anche di 30°C in stagione estiva rispetto ad una normale pavimentazione in asfalto. La minore capacità di accumulo termico del calcestruzzo drenante limita l’irraggiamento di calore verso l’ambiente e rende la superficie più confortevole da percorrere, non solo per i pedoni e i ciclisti, ma anche per gli animali che frequentano i viali del parco. I test condotti in sito hanno mostrato temperature superficiali fino a 15-20°C inferiori rispetto all’asfalto. Inoltre, la particolare struttura porosa del materiale conferisce alla pavimentazione una maggiore elasticità, assicurando un impatto più morbido e leggero, che attenua le sollecitazioni sulle articolazioni e offre a chi corre o passeggia una sensazione di minore affaticamento e di maggiore piacevolezza nell’attività fisica”, sottolinea Tavani.
A queste prestazioni si aggiungono durabilità e bassi costi di manutenzione, caratteristiche che rispondono pienamente agli obiettivi di sostenibilità e gestione efficiente delle risorse. L’aspetto chiaro e la granulometria superficiale garantiscono un’integrazione paesaggistica ottimale, riproponendo la suggestione visiva della ghiaia storica senza le criticità legate all’instabilità o alla polverosità tipiche dei materiali incoerenti.
Un intervento che restituisce identità e valore
La riqualificazione del Parco di Villa Glori si candida a diventare un modello esemplare di restauro paesaggistico sostenibile. Le soluzioni adottate – pavimentazioni drenanti, irrigazione a basso consumo, illuminazione a mezzanotte virtuale, riuso dell’acqua delle fontane – mirano a ridurre l’impatto ambientale e a migliorare il comfort microclimatico. L’uso di materiali innovativi e resilienti, come il calcestruzzo i.idro DRAIN BIANCO, si integra perfettamente con la dimensione storica e simbolica del luogo.
“Il nostro intento – sottolinea l’arch. Tullio – è stato quello di restituire forma, memoria e funzione a un luogo straordinario, rispettandone l’identità e aggiornandolo alle esigenze contemporanee”.
Con il completamento del primo stralcio, l’inaugurazione ufficiale è prevista per ottobre 2025. Da quel momento, Villa Glori tornerà a essere non solo un giardino storico, ma anche un laboratorio vivente di sostenibilità urbana e paesaggio culturale.
SCHEDA TECNICA
Committente: Comune di Roma Assessorato all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti.
Superfici: Dimensione Villa Glori 28 ettari, area d’intervento 27.650 mq ca.
Progetto: Studio Paesaggi e paesaggi: Maria Cristina Tullio, Elisa Monteduro, Matteo Polci, Mattia Proietti Tocca. Hanno collaborato come consulenti Gianni Celestini e Sandro Polci, mentre la parte relativa a impianti e sicurezza è stata curata da FP progetti e Simone Amantia Scuderi.
Esecuzione dei lavori: P.D.P. (PROFESSIONISTI DEL PAESAGGIO) Srl di Claudio Conti.

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