Workscapes: una piazza in un parco tecnologico
Il lavoro d'ufficio contemporaneo è molto cambiato rispetto a quello che abbiamo conosciuto nel corso del XX secolo. L'affermazione dell'economia digitale, del lavoro in rete e delle sue declinazioni nelle forme duttili e cangianti della condivisione, della contaminazione disciplinare, dello scambio di conoscenze e ‘saper fare’ hanno prodotto un significativo insieme di ricadute nella concezione dello spazio deputato al lavoro intellettuale. Sono numerosi i settori che hanno subito il fascino della creative class, tanto da aver dispiegato nelle proprie sedi schemi distributivi e programmi più aperti, anche in settori dell'economia e della produzione industriale tradizionalmente considerati più impermeabili all'incentivazione delle relazioni interpersonali e all'abolizione di rigidi schemi gerarchici.
Il progetto di cui qui ci occupiamo, una piazza con funzione di cardine e legante tra i diversi edifici del comparto tecnologico Kilometro Rosso a Bergamo diventa un episodio paradigmatico in grado di esprime efficacemente questo nuovo orientamento. Situata tra i corpi di fabbrica attestati lungo la dorsale disegnata da Jean Nouvel sul margine meridionale dell'autostrada A4 e ospitanti sedi aziendali d'eccellenza, centri di ricerca, innovazione e sviluppo e i loro servizi collettivi, la nuova infrastruttura, anziché soggiacere alla logica - e alla retorica - della piazza come bacino e invaso unitario, si scompone in una serie di ambiti attraversabili liberamente. L'informalità, l'incontro inaspettato e lo scambio di idee tra professionisti e impiegati appartenenti ad aziende diverse, hanno determinato un programma fluido, sviluppato nel segno di una cercata quanto promozionale volontà di democratizzazione, definito da una geometria semplice e chiara impostata su una serie di ‘micropaesaggi’ a pianta circolare. Ciascuno di essi, protetto dalla vegetazione, definito da sedute arcuate e da suoli in cemento drenante, rinvia al tema del dialogo e alla sua radice etimologica: dia-logos e dia-metron sono parole antiche, che si tengono insieme nel comune desiderio di stabilire la massima distanza (diametro) tra le idee, unica via capace di far sorgere un fertile scambio (dialogo) tra esse. È attorno a queste coordinate, tanto semplici quanto necessarie, che possiamo orientarci quando attraversiamo questa infrastruttura che, con la sua presenza, ci invita a non trascurare le relazioni dialettiche tra i fenomeni e le fertili scintille che da esse possono generarsi. Vincent Van Gogh volle “dipingere col rosso e col verde le terribili passioni umane”, esprimendo in una frase divenuta tanto celebre da essere insegnata nei libri di scuola, le forze contrapposte che ci contraddistinguono e che ci sono necessarie per descrivere la complessità della nostra natura. Il verde della vegetazione di un giardino e dei suoi ‘micropaesaggi’, la sua quiete, la sua intimità da un lato, il rosso di un segno tracciato come una freccia a rilanciare i veicoli in corsa lungo l'autostrada dall'altro, sono allora i termini che saldano tra loro ciò che sta di fronte e all'ombra di Kilometro Rosso, poli di una relazione che, anziché percepirli come entità distinte e incomunicanti, li riannoda e li raduna in un dialogo inesauribile.
Davide Pagliarini, direttore di ARK, rivista di architettura e paesaggio
Conversazione con Luca Bombassei
Perché realizzare una piazza in un parco tecnologico? Quale sarà la sua destinazione d'uso?
Kilometro Rosso è una piccola città, un distretto della conoscenza e della tecnologia ma anche della vita quotidiana. Come tutti i luoghi in cui la vita si svolge in momenti diversi della giornata ha l’inequivocabile vocazione ma soprattutto l’opportunità di creare momenti di aggregazione. Ad oggi in questo comparto di Kilometro Rosso sono stati costruiti e poi abitati 4 edifici, due dei quali su progetto del mio studio di architettura, per un totale di circa 25.000 mq e il quinto, Confindustria Bergamo, è in fase di completamento. Oggi quasi 2.000 persone tutti i giorni vivono il Kilometro Rosso dove lavorano, studiano e si incontrano: la quotidianità ha bisogno di luoghi e quasi spontaneamente il genius loci ha generato la piazza. Noi architetti gli abbiamo solo dato una forma e un disegno.
Come conciliare lo spazio e il lavoro?
Oggi uno dei nuovi concetti di luogo di lavoro è anche lo spazio all'aperto. Non è più così vincolante la scrivania, il posto assegnato e il collegamento a fili e cavi. Una piazza quindi può essere considerata anche uno spazio lavorativo a tutti gli effetti. La connessione fra teste che pensano diversamente è la linfa che alimenta il Kilometro Rosso e cosa c’è di meglio di un luogo d’incontro per alimentarla? L’aria e la luce naturale sono i principali elementi di arredo di questo luogo che si insinua tra gli edifici di Kilometro Rosso e ne fa da cerniera e collettore anche di idee. Quinte di bambù e ombrelli di gelsi per definire i confini. I materiali, cambiando colore e texture, fanno mutare l’aspetto grafico della piazza guidando gli occhi e la mente. Una nuova piazza che è fatta di piazze. La scala torna ad essere umana.
Quali sono le ragioni estetiche ed architettoniche dell’opera? Come è stato strutturato lo spazio?
Il master plan di Jean Nouvel prevedeva e prevede una serie di edifici che si innestano in modo perpendicolare al setto rosso che divide il parco dall’autostrada. Tra questi edifici si creano spazi che nell’idea di parco sono vivibili da tutti gli utenti senza barriere divisorie ma anzi favorendone la fruizione condivisa. Dopo il “Centro delle Professioni”, che per il momento è uno dei principali portali di accesso al Kilometro Rosso e che ha già una sua “piazza” da vivere all’interno, luogo di presentazioni ed eventi molto vivo, tra l’edificio Pixel e l’istituto Mario Negri si è creato uno spazio che come una cerniera lega i tre edifici e che sarà tra poco collegato al grande edificio di Confindustria. Questo spazio è diventato quasi naturalmente la nostra piazza.
Ci sono stati vincoli legati al contesto già esistente, ai riferimenti visuali e agli elementi già presenti?
Uno dei vincoli a cui noi teniamo maggiormente è il rispetto dell’idea originaria di Jean Nouvel del Parco e della sua naturale evoluzione in questi anni. Abbiamo sempre come riferimento un “Cahier de charge” cioè una sorta di abaco di regole che cerchiamo di rispettare e fare rispettare a chi decide di costruire nel parco: sia che si parli di luoghi “pieni” (gli edifici) che di luoghi all’aperto. Uno dei requisiti che si chiede ai progettisti del parco nella progettazione di nuovi edifici è che abbiano facciate trasparenti e riflettenti per amplificare il verde, smaterializzandosi per lasciare il ruolo di protagonista al verde delle alberature e al rosso del muro, ovvero i due colori complementari che caratterizzano Kilometro Rosso.
Nella piazza confluiscono elementi architettonici basici ed elementari: il cerchio come arcano e simbolo (Bruno Munari dice che “Dio è un cerchio il cui centro è dappertutto ma la cui circonferenza è in nessun luogo”), tanto verde e la superficie della pavimentazione resa cromaticamente e materialmente disomogenea che richiama le texture di un luogo vivo.
Diverse le figure coinvolte: la sinergia di competenze multidisciplinari ha valorizzato il progetto? In che modo?
Kilometro Rosso è vincente proprio per la sinergia che si crea tra teste diverse che messe a confronto sanno mettersi in discussione e creare discussione, chiaramente nelle maggior parte dei casi costruttiva. Così è stato per la piazza: il mio studio, lo studio de Ferrari che ha progettato l’edificio Pixel e i tecnici di Italcementi ma anche di ArchiLabs, progettista dell’edificio di Confindustria, che della piazza beneficerà a lavori ultimati. Insieme abbiamo costruito un team che da idee anche molto differenti ha generato un risultato fatto di sfaccettature e peculiarità che danno valore alla qualità della vita del parco.
Può indicare alcune particolarità tecniche costruttive e applicative utilizzate in cantiere?
Ho scelto la pavimentazione in i.idro DRAIN di Italcementi che è stata in questa occasione sperimentata su una vasta area e messa a prova nelle sue diverse caratteristiche cromatiche e strutturali. La particolare capacità di drenaggio del materiale ha consentito di realizzare ampie aree in piano prive di caditoie evitando fastidiosi ristagni d’acqua e ad esempio la formazione di ghiaccio. Infine una superficie di colorazioni differenti, modulate su quattro tonalità di grigio particolarmente luminose, permette di contenere gli effetti della cosiddetta “isola di calore” dovuta ai manti bituminosi scuri.
Quali sono state le difficoltà riscontrate in corso d'opera?
I giunti di metallo circolari hanno creato parecchie difficoltà progettuali e realizzative, ma è stata una interessante esperienza. Si trattava infatti di produrre degli elementi da posare a filo pavimentazione con tolleranze molto ridotte su estensioni molto ampie con coincidenze di incroci planimetrici precisi. Il risultato ottenuto è tale grazie anche alla partecipazione di maestranze competenti come l’Impresa Quadrio, realizzatore delle parti edili, e l’Impresa Romeri, realizzatore delle parti metalliche e dell’impresa Deltapav per la posa in opera della pavimentazione. Non molto più semplice è stata la produzione della gradonata costituita da conci tutti uguali specificamente progettati per formare tre gradoni concentrici con illuminazione lineare integrata nel bordo frontale. L’Impresa Archiform specialista in prefabbricati in cemento ha utilizzato mescole speciali con inerti forniti da cave locali e specificamente miscelati su ricette Italcementi per rispondere a richieste cromatiche e di texture del mio studio.
Le sedute circolari sono uno degli aspetti più simbolici della piazza: cosa ha determinato questo approccio?
Un luogo dove lo stare è la caratteristica principale e che ha circa 5.500 mq di superficie può spaventare e destabilizzare. Per questo abbiamo pensato a una piazza fatta di piazze e cerchi concentrici che si sovrappongono e si intersecano definendo virtualmente degli spazi con una scala più umana, più facile da percepire. Le sedute sono la naturale e funzionale delimitazione di questi luoghi, con diversi raggi di curvatura a lasciare libera la scelta della dimensione dello spazio preferito e della funzione cercata: il raccoglimento del lavoro o la vivace animazione di una discussione di gruppo. Alcuni cerchi sono prati dove stendersi d’estate, altri sono perimetri alberati, altri ancora sono dei piccoli boschi di bambù, se la necessità è quella di un maggior raccoglimento. Le sedute in cemento bianco ne definiscono il perimetro di giorno con il colore e di notte con un’illuminazione integrata.
Può descriverci ulteriori dettagli e peculiarità delle sedute in cemento?
Le sedute in cemento bianco di Italcementi, sviluppate con Archiformm sono state pensate per rispondere all’ergonomia e a un corretto rapporto tra raggio di curvatura e modularità, così da ottimizzarne la produzione in serie prefabbricata. Anche la texture di superficie è stata provata e testata in cantiere al fine di diversificare le superfici di questo materiale nelle sue diverse declinazioni a terra o per le sedute ad esempio. Ogni modulo prevede due fresature, una all’interno e una all’esterno, in cui è alloggiata una fascia luminosa led che ha un’inclinazione tale da illuminare la base e il pavimento circostante senza quindi abbagliare il fruitore della seduta. Oltre a questa è stata sviluppata anche una predisposizione apribile su ciascun modulo che consente di inserire elementi verticali di arredo urbano, quali cestini o altri accessori. La stessa tipologia di modulo in cemento è stata declinata per la scalinata dell’anfiteatro che, allargando il raggio di curvatura, permette di disporre di un’ampia platea verso la piazza principale.
Quali sono state le linee guida adottate nella progettazione del verde?
Il principio per cui le differenze sono un valore è stato mantenuto. Come per Kilometro Rosso diversi architetti, con caratteristiche differenti tra loro, hanno progettato edifici diversi, così anche alla scala delle nostre piazze la scelta del verde - e a breve quella degli arredi - è stata orientata verso l’eterogeneità. Essenze locali come i gelsi, già presenti nell’area quando era ancora il parco di Hewlett-Packard, ma anche il bambù, pianta “invadente” che con una crescita quasi miracolosa garantirà momenti di ombra e raccoglimento.
Riguardo alla pavimentazione da dove è nata l'esigenza di sovrapporre tonalità cromatiche diverse?
Ci siamo trovati davanti ad una superficie molto estesa in cui lo sguardo ha bisogno di riferimenti e misure: l’idea di mantenere tonalità cromatiche naturali e in un certo senso urbane ha portato quindi a lavorare su diverse miscele di i.idro DRAIN fino ad ottenere quattro colori simili ma diversi. Il disegno dei cerchi nasce anche da questo e anche per contrastare la inevitabile geometria rigida degli edifici limitrofi. Al cerchio poi è associata la perfezione, la ciclicità. In natura sono sferiche le bolle di sapone e circolari gli anelli di crescita degli alberi. I cavalieri di Re Artù si riunivano attorno a una tavola rotonda per simboleggiare la loro parità, così oggi ci si riunisce in cerchio per prendere decisioni o vedere uno spettacolo.
Quali delle strategie adottate per la piazza sono potenzialmente generalizzabili ad altri progetti?
Il contesto del Kilometro Rosso è abbastanza unico: le auto sono lasciate o fuori dal parco, all’esterno del muro rosso verso l’autostrada, o al livello sotterraneo che è deputato alla viabilità interna di servizio del parco. Quindi il contesto è difficilmente paragonabile ad altri ambiti e ricorda un Campus universitario americano. L’esperienza di lavoro in team, avendo avuto l’opportunità di lavorare con Italcementi, partner e residente nel parco, e con i suoi tecnici è un’esperienza complessa ma estremamente costruttiva e formativa che ritengo possa essere da replicare.
Luogo: Bergamo
Tipologia: Kilometro Rosso, Parco Scientifico e Ttecnologico
Progetto: Nuova costruzione, Masterplan (Progetto esecutivo, direzione lavori e direzione artistica)
Committente: Kilometro Rosso
Superficie: 5.400 mq
Cronologia: 2018
Progettazione architettonica, Direzione Artistica: Luca Bombassei Studio
Progettazione esecutiva, Direzione Lavori: Studio De Ferrari Architetti
Fornitore pavimentazione i.idro DRAIN e cemento bianco per i prefabbricati: Italcementi
Posizione
Via Stezzano, 8724126 Bergamo (Italia)
Piazza Kilometro Rosso.
Italcementi
Piazza Kilometro Rosso.
Piazza Kilometro Rosso.
Piazza Kilometro Rosso.
Piazza Kilometro Rosso.
Italcementi
Piazza Kilometro Rosso.
Piazza Kilometro Rosso.
Piazza Kilometro Rosso.