Calcestruzzi ad alte prestazioni per gli interventi di manutenzione straordinaria delle banchine al Porto Antico di Ancona
E’ la soglia da cui, per millenni, si sono intrecciate le vite dei popoli e i loro costumi. Uno dei luoghi delle connessioni durature, solide, storicamente radicate in un mondo di cambiamenti repentini. Ancona vanta oltre due millenni di relazioni marittime consacrate su quella sagoma di litorale somigliante ad un gomito (dal greco Ankon) piegato a protezione del porto naturale. La città dorica, chiamata così dal nome del popolo che, a partire dal VII secolo AC, sviluppò un intenso movimento volto a fondare città e diffondere una civiltà mercantile colta e dialogante lungo tutto il bacino del Mediterraneo, è oggi uno dei principali scali commerciali del Paese di rilevanza internazionale. A conferma del suo prestigio globale, l’Unione Europea ha inserito il porto del capoluogo marchigiano nella lista delle infrastrutture strategiche nel disegno continentale.
Alcuni numeri esemplificano meglio d’ogni parola la rilevanza concreta dell’ente. Per lo scalo anconetano, infatti, transitano più di un milione di passeggeri e oltre dieci milioni di tonnellate di merci. “Il Porto Antico- sostiene Vincenzo Garofalo, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale- è parte integrante dello scalo dorico. Al suo interno convivono attività, grandi imprese portuali e della cantieristica, servizi tecnico-nautici con la preziosa presenza di importanti monumenti, simboli del patrimonio architettonico e della storia della Regione. Il nostro compito- continua Garofolo- è favorire questa convivenza e la fruizione da parte delle persone che amano frequentare questi spazi in sicurezza.
Una recente ispezione subacquea- racconta il Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale -ha portato alla luce delle criticità tecniche nelle strutture sommerse di queste banchine portuali 6 e 7, in particolare erosioni, cavità e lesioni, alcune anche estese e pronunciate, a cui sono facilmente riconducibili i sintomi di dissesto statico visibili sul piano di calpestio (deformazioni, dislivelli, avvallamenti, spaccature sulla retrostante sovrastruttura di pavimentazione). Si è posta, quindi, l’immediata esigenza di un intervento di straordinaria manutenzione per portare subito rimedio a queste anomalie affinché le banchine 6 e 7 possano essere fruibili per le attività portuali. L’intervento è stato progettato e appaltato dall’Autorità portuale, con previsione dell’ultimazione dei relativi lavori entro il prossimo mese di marzo 2023.
Sono state previste opere di ripristino dei paramenti sommersi delle banchine d’ormeggio navale in questione attraverso la sigillatura delle cavità sommerse al piede delle esistenti strutture portanti a massi pilonati e la rifoderatura, con conglomerato cementizio ad elevate capacità prestazionali, armato con rete in acciaio zincato, del paramento verso mare delle medesime strutture a massi pilonati esistenti.” Compositi e di alto livello sono gli interventi eseguiti dalla Ubaldi Costruzioni, azienda marchigiana tra le più avanzate, a livello nazionale, per la capacità di progettare, realizzare e gestire impianti e reti tecnologiche di notevole complessità.
Tre le fasi principali dei lavori: il consolidamento del piede della banchina 7 per tutta la lunghezza, il consolidamento del piede della banchina 6 per circa 40 ml, la riparazione del paramento prima intasando il più possibile le disconnessioni tra i massi con sacchi di juta pieni di cemento e poi realizzando una parete armata.
L’intervento ha previsto poi un’accurata idropulizia ad alta pressione, quindi la formazione di fori per l’inserimento di barre di aggancio con successivo intasamento tramite iniezioni di miscela legante e l’applicazione delle reti metalliche e il getto con calcestruzzo autocompattante, previa posa in opera di opportune casserature in acciaio e legno.
“Il calcestruzzo studiato ad hoc e utilizzato è ad alte prestazioni, consente di coniugare elevata tecnologia ed adeguamento alla storicità dei luoghi – afferma Tommaso Paoletti, Coordinatore Commerciale Area Adriatico di Calcestruzzi.“Il prodotto dalle elevate perfomances- prosegue Paoletti è specifico per la realizzazione di strutture immerse in acqua, la miscela Rck50 (con il raggiungimento di una resistenza di 25Mpa già nelle prime 24 ore). Si tratta di un materiale assai performante, fibro-rinforzato ed a ritiro controllato e contenente specifici additivi viscosizzanti volti ad impedire i fenomeni di segregazione e dilavamento della miscela.
Gli studi di fattibilità preliminari sulle materie prime, la selezione degli additivi e ogni attività di test eseguita dai tecnologi di Calcestruzzi nei laboratori di area Adriatico hanno permesso di raggiungere le prestazioni di progetto. La produzione è avvenuta nell’impianto Calcestruzzi all’interno di Ancona Porto e le operazioni di pompaggio, con l’assistenza e il supporto dei sommozzatori dell’impresa Ubaldi Costruzioni, hanno permesso di mettere in opera il calcestruzzo direttamente nei casseri sommersi precedentemente posizionati.
Il Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale sottolinea come sia un compito fondamentale “migliorare l’operatività delle banchine dello scalo in modo da favorire il lavoro di tutte le attività portuali anche grazie all’utilizzo dei fondi del Pnrr. Vincenzo Garofalo annuncia inoltre “il Documento di programmazione strategica di sistema dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale” definendolo“un atto che ci consentirà di definire ulteriormente, con una previsione a medio periodo, quali saranno i principali interventi da realizzare nel porto di Ancona e negli altri scali di competenza Adsp.”
Sono dichiarazioni che paiono alludere a un orizzonte strategico più vasto mirando alla prospettiva dell’intermodalità delle Marche anche attraverso l’Interporto. “Stiamo sviluppando la possibilità concreta- spiega il Presidente Garofalo- di portare i binari ferroviari a ridosso delle banchine di imbarco e sbarco nella darsena commerciale. Il futuro del trasporto delle merci non è solo gommato e il tema dell’integrazione sostenibile fra mare e ferro è molto sentito nell’ambito dell’Adriatico. Per favorire lo sviluppo e la crescita regionale è necessario concentrarsi e lavorare in sinergia, con il coordinamento della Regione, sul sistema di infrastrutture delle Marche, porto, aeroporto e interporto, ossia sul sistema della logistica. Un sistema integrato a disposizione dell’economia produttiva e delle comunità.”
Posizione
Molo Santa Maria60121 Ancona (Italia)
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